THE SHOOTIST, nel momento esatto…
Piano sequenza
Soggettiva: uscendo da una camera: le scale di legno…, la macchina da presa avanza, fino oltre la ringhiera, dove una mano con sigaro si appoggia scendendo. Senza alcun taglio di montaggio, la sequenza continua con un dolly morbido, dall’alto verso il basso, che scopre la scena intera: siamo all’interno di un saloon e due pistoleri stanno scendendo dalla scala. Il pianista strimpella note che si accavallano fino a trovare una melodia ruvida e a tratti stonata. Il barman serve whisky e altri alcolici in continuazione, andando avanti e indietro sul suo bancone dove campeggia un grande specchio con cornice dorata, le donne, vestite quasi di nulla, servono ai tavoli affollati. Fumo e chiacchiere, e vociare, e grida, e risate, c’è la roulette e il tavolo dei dadi…il dolly dopo aver girato in lungo e in largo, tra la gente, dentro il saloon, nella confusione più totale, torna a seguire la camminata dei due pistoleri, uno ha sempre il sigaro stretto tra le labbra, l’altro ha preso un bicchiere di vino dal vassoio che una cameriera gira come fosse una giostra. I due pistoleri, attraversano il saloon, lentamente si fanno largo, fino ad uscire dalla classica porta oscillante. Sempre in piano sequenza, la macchina da presa è ora nella strada, è notte, non c’è nessuno, i due pistoleri si dirigono verso i loro cavalli, salgono in sella e al passo si allontanano.
-Stoop!! Stoop!!
Sono due le voci che all’unisono fermano la ripresa. La mdp inquadra in controluce, due figure in campo americano: una fuma un sigaro che invade l’intera inquadratura. L’altra ha un bicchiere di vino rosso in mano. È qui, che comprendiamo che i registi sono due, come i due pistoleri, ed è su questo set che nasce THE SHOOTIST!
Dissolvenza
Si va oltre il cinema, a trovare ciò che resta del cinema, non siamo propriamente cacciatori di taglie, Tom Horn ci insegna a non fidarci degli ufficiali pagatori. Ci piacciono le praterie, le montagne innevate, i teatri dei paesini sperduti, dove si possono trovare persone capaci di farsi una bevuta pensando e raccontando. Non siamo a caccia di vendette, anche se Marlon Brando in riva al mare in One-Eyed Jacks ci piace da morire.
Dissolvenza incrociata
THE SHOOTIST è un luogo, non è soltanto questo sito, che ne è una finestra capace di inquadrarne una sua zona importante, ma THE SHOOTIST è un modo di vedere e pensare il cinema, è la possibilità di vivere e scolpire, e ritrovare il tempo. E provare a farne altro ancora di tempo.Vederne le trasformazioni, viverne i diversi piani e stare nel movimento di un’immagine, di una parola, della musica che avvolge tutto fino a fare silenzio.
Filmare, rifilmare, usare tutti i tasselli della memoria, aprire più cassetti possibili, inserire emozioni, gioie, dolori, andare a trovare le persone che hanno fatto o fanno il cinema, e trovare o ritrovare tra le fondamenta necessarie e incurabili: Notes on a American Film Director at Work di Jonas Mekas, un film straordinario che nasce sul set di Departed di Martin Scorsese.
THE SHOOTIST è una scommessa con la morte, è un’indagine al di sopra di ogni sospetto, è un intrigo internazionale, è un rullo di tamburi, è un grande sentiero, è una camera chiara, è una sarabanda, è al di là del fiume, è un cineocchio, è dedalus… THE SHOOTIST è un sogno, una visione, un andare avanti nel tempo, andando indietro…
“…Rien que l’heure juste.” JLG
BUONA VISIONE.
The Shortest Night
by Matias Guerra, Giovanni Andrea Semerano
with Gians and Mat
Italy, 2020
Era più corta la notte
di Sandra Lischi
Viaggiare nella propria stanza come in un mondo, certo. Mentre qualcuno prende il sole laggiù, chiuso sul terrazzo di fronte, e le parole sono lì a cuocersi lentamente sul fuoco e i mozziconi del sigaro si accumulano. I racconti talvolta restano impigliati dentro la mascherina, gli occhi li liberano e ce li porgono, sordi come il cinema muto, spalancati su enigmi.